Introduzione
Introduzione storico artistica
Il complesso di Santa Maria Corteorlandini è situato nel centro storico di Lucca, la parte più antica, visibile sul lato sud dell’edificio, risale al 1188, ma esisteva già una precedente chiesa di epoca longobarda, andata distrutta.
Non si hanno notizie relative a mutamenti dell’assetto architettonico dell’edificio fino a dopo il 1575, anno in cui San Giovanni Leonardi ed i suoi seguaci si trasferiscono presso il complesso e apportano trasformazioni che ne mutano l'intero aspetto adeguandolo ai canoni previsti dal Concilio di Trento.
Si decide di dare nuovo lustro e decoro alla chiesa che viene arricchita di stucchi e dorature tipiche del movimento barocco.
Intervento di Restauro
La decorazione
Ad affrescare la chiesa è Pietro Paolo Scorsini, pittore lucchese impegnato nella sacrestia già dall'agosto del 1692.
Ad affrescare la chiesa è Pietro Paolo Scorsini, pittore lucchese impegnato nella sacrestia già dall'agosto del 1692.
Nel 1694 si dedica alla decorazione della Cappella della Congregazione della Neve e nel 1715 affresca il coro, dove la figura centrale è la Vergine raffigurata con le dodici stelle intorno alla testa, circondata da quattro angioletti festanti, ciascuno con un simbolo vegetale.
Riserva alla campata dell'altare, a sinistra del presbiterio, un’iconografia riconducibile al Miracolo della Neve, avvenuto nel 352 d. C. a Roma, qui i due puttini sorreggono un’anfora da cui scendono fiocchi di neve che illusivamente sembrano cadere sui fedeli raccolti in preghiera.
Procede poi alla decorazione dell’intera navata centrale dove il punto di fuga prospettico della volta è rappresentato dalla Vergine Assunta, verso la quale convergono tutte le figure, quasi fossero risucchiate verso l’alto.
Anche per le navate laterali realizza fantasiose strutture architettoniche che confluiscono in oculi che si aprono su sprazzi di cielo azzurro in cui volteggiano coppie di puttini recanti festoni e simboli legati a Maria.
Restauri precedenti
L’intero apparato decorativo della chiesa, con i suoi stucchi, dorature, affreschi e dipinti, ha subito vari interventi di restauro a seguito di un probabile incendio avvenuto nel XIX e ai numerosi danni apportati dagli strati di nerofumo e particellato atmosferico che hanno offuscato le opere compromettendone la lettura.
Ultimo restauro certificato, prima di quello eseguito da Palazzo Spinelli, risale agli anni Novanta durante il quale sono stati eseguiti interventi di pulitura e consolidamento sugli affreschi della navata centrale.
La navata laterale sinistra: il restauro delle tre campate
Tutte e tre le campate e tra queste quella che ospita l'altare della Madonna della Neve, sono state decorate da Pietro Scorsini con lo stesso metodo d’esecuzione, per cui simili anche le problematiche legate al degrado e la metodologia di restauro applicata.
L’intera decorazione si presenta di difficile lettura, offuscata da strati di nerofumo e particellato atmosferico incoerente in prossimità della parete settentrionale, in tutte e tre le campate si è riscontrato un sollevamento e in alcuni punti un distacco della pellicola pittorica e sono state individuate importanti lesioni in corrispondenza dell’attaccatura tra volta e arco, colmate in un precedente e maldestro restauro mediante utilizzo di carta, pezzetti di legno e cocci, il tutto grossolanamente stuccato.
Per quanto riguarda le pitture murali, un restauro precedente aveva totalmente cambiato l’aspetto originale della decorazione: le finte finestre collocate al centro delle lunette erano state rifatte in stile ottocentesco estendendo questi rifacimenti alle finte architetture e agli sfondi gialli ai lati delle stesse. In corrispondenza delle aree interessate da esfoliazioni e sollevamenti si è intervenuti con operazioni di preconsolidamento affinchè non si perdessero intere porzioni della pellicola pittorica per poi procedere con un intervento di pulitura diversificato a seconda delle differenti problematiche da affrontare.
L’intera decorazione si presenta di difficile lettura, offuscata da strati di nerofumo e particellato atmosferico incoerente in prossimità della parete settentrionale, in tutte e tre le campate si è riscontrato un sollevamento e in alcuni punti un distacco della pellicola pittorica e sono state individuate importanti lesioni in corrispondenza dell’attaccatura tra volta e arco, colmate in un precedente e maldestro restauro mediante utilizzo di carta, pezzetti di legno e cocci, il tutto grossolanamente stuccato.
Per quanto riguarda le pitture murali, un restauro precedente aveva totalmente cambiato l’aspetto originale della decorazione: le finte finestre collocate al centro delle lunette erano state rifatte in stile ottocentesco estendendo questi rifacimenti alle finte architetture e agli sfondi gialli ai lati delle stesse. In corrispondenza delle aree interessate da esfoliazioni e sollevamenti si è intervenuti con operazioni di preconsolidamento affinchè non si perdessero intere porzioni della pellicola pittorica per poi procedere con un intervento di pulitura diversificato a seconda delle differenti problematiche da affrontare.
Dopo il consolidamento sono state realizzate stuccature utilizando materiali idonei al fine di ricreare una superficie simile a quella originale sia da un punto di vista chimico-fisico che estetico.
In corrispondenza del distacco tra volta ed arco, si è per prima cosa intervenuti con la rimozione delle stuccature esistenti per poi colmare le lacune.
La reintegrazione pittorica è stata effettuata mediante pigmenti in polvere stemperati in acqua con lo scopo di ottenere un ritocco leggero simile all’originale e del tutto reversibile. Nelle piccole zone in cui si era completamente perduta l’informazione pittorica si è provveduto ad una ricostruzione in sottotono mediante leggere stesure di colore, ricreando una lettura unitaria dell’opera.