Introduzione Storico-Artistica
Le opere in oggetto si trovano collocate all’interno del cimitero di Soffiano, a Firenze.
Il cimitero fu costruito nel 1896 circa, imposto in questo luogo dal Comune perché nascosto all’abitato cittadino dal colle di Bellosguardo.
La costruzione del cimitero, in sostituzione al preesistente Cimitero di Pinti, avvenne con un decreto del 1894 da parte dell’Arciconfraternita della Misericordia.
L’architetto incaricato del progetto del cimitero fu Michelangelo Maiorfi (1823-1906); in particolare egli realizzò l’ala orientale, l’oratorio, il sepolcreto centrale e l’ala occidentale in stile neogotico.
Il cimitero ospita molte cappelle di illustri famiglie della città di Firenze tra cui è possibile citare: Gucci, Pandolfini, Ridolfi, Serristori e Strozzi.
L’ingresso del cimitero presenta una facciata in pietra serena e travertino, con gli stemmi della Misericordia e di Firenze dipinti assieme a quelli delle Arti fiorentine.
Le pitture murali oggetto del nostro restauro sono situate nel secondo padiglione, all’interno del loggiato al primo piano dell’ala destra.
La tematica trattata nelle opere è di stampo religioso poichè queste raffigurano in sequenza da sinistra a destra La Risurrezione di Lazzaro, la Risurrezione di Gesù e La Guarigione del Paralitico di Cafarnao.
Per quanto riguarda datazione ed autore le uniche informazioni che abbiamo sono una sigla e una data in numeri romani collocata in basso a destra nella scena della Risurrezione di Gesù che riporta testualmente: KM-AA MCMLXV.
Si evidenzia che a livello stilistico vi sono alcune differenze evidenti tra le tre scene; si può quindi ipotizzare che la scena della Risurrezione di Lazzaro e la scena della Guarigione del Paralitico di Cafarnao siano opera dello stesso autore, mentre la scena della Risurrezione di Gesù sia opera di una mano differente.
La superficie delle scene è di circa 10 mq ciascuna.
Descrizione dell'opera
Le pitture murali in oggetto sono state realizzate nella seconda metà del Novecento ispirandosi alla tecnica del “buon fresco” trecentesco anche se con alcune criticità; si ipotizza inoltre che fossero presenti delle estese rifiniture a secco ormai perdute.
Gli artisti hanno eseguito la tecnica ad affresco dividendo la pittura in giornate di lavoro con un andamento prevalentemente orizzontale e dividendole per registri, realizzandole però con forme prevalentemente geometriche e senza cercare di nascondere le attaccature di giornata tra i bordi delle figure o delle campiture cromatiche. Le giornate inoltre sono state realizzate tagliando l’intonaco di netto e non a scarpa, quindi l’intonaco delle varie giornate risulta affiancato e non sovrapposto; tutto ciò ha comportato alcune evidenti differenze cromatiche tra campiture dello stesso colore realizzate in giornate differenti oltreché alcuni problemi di coesione tra gli strati di intonaco che analizzeremo posteriormente.
Tramite l’analisi a luce radente è stato possibile individuare il numero di giornate ed il loro andamento che presentano alcune differenza tra scena e scena.
Nella Risurrezione di Lazzaro ci sono 15 giornate suddivise in tre registri orizzontali che sono state eseguite partendo dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, tranne che nel registro inferiore in cui si ipotizza che l’artista abbia terminato per prima la figura di Lazzaro ed eseguito le parti laterali in seguito.
Nella Risurrezione di Gesù ci sono 18 giornate suddivise approssimativamente in tre registri orizzontali sovrapposti ed effettuate in modo analogo alla prima scena.
Nell’ultima scena La Guarigione del Paralitico contiamo invece 23 giornate; la modalità di esecuzione è pressoché la medesima ma visto il numero elevato di figure presenti, l’andamento delle giornate risulta più complicato nella parte bassa rispetto a quella alta.
La tecnica di riporto del disegno utilizzata è stata l’incisione indiretta con il probabile utilizzo di cartoni preparatori; le incisioni sono più numerosi nelle scene laterali, soprattutto sulle figure, fatto che conferma la diversa realizzazione della scena centrale.
Si ipotizza quindi che le tre pitture murali siano state eseguite da uno o più artisti diversi, come abbiamo dedotto dalle differenze tecniche e stilistiche, inoltre nelle scene laterali si evidenzia l’uso di una tavolozza ricca di pigmenti come terre, ocre e rossi coerenti alla pittura del “buon fresco”, mentre in quella centrale sono stati utilizzati colori differenti e molto più accesi.
Stato di conservazione
Le pitture si presentavano generalmente offuscate da un sottile strato di particellato atmosferico, residui carboniosi e polveri incoerenti. Inoltre, la gamma cromatica originale risultava in parte alterata dall’esposizione delle pitture ai raggi solari diretti e agli agenti atmosferici data la loro collocazione all’esterno.
Erano presenti percolazioni di liquido, dovute probabilmente a problemi della copertura del loggiato già risolti alla data del nostro intervento.
Si rilevavano inoltre fratturazioni dell’intonaco, fessurazioni e abrasioni su tutta la superficie così come piccole cavità, principalmente circoscritte nella parte alta, dovute probabilmente alla nidificazione di piccoli insetti.
L’umidità di condensa agendo su pigmenti particolarmente sensibili come le terre, ha portato a numerosi fenomeni di pulverulenza della pellicola pittorica; inoltre, numerosi distaccamenti a causa dei quali l’intonaco pittorico risultava decoeso dall’arriccio sottostante, erano presenti principalmente nelle aree di contatto tra le diverse giornate, poiché, come abbiamo visto, gli autori hanno affiancato le porzioni di intonaco piuttosto che sovrapporle, fatto che ha permesso l’ingresso di aria nella malta che ha poi provocato i distacchi.
Infine erano presenti numerosi schizzi di colore dovuti principalmente a operazioni di imbiancatura delle pareti circostanti.
Per quanto riguarda la scena della Risurrezione di Lazzaro, erano inoltre presenti residui di malta di natura cementizia, soprattutto nella parte superiore a contatto con il soffitto, dovuti probabilmente ai lavori di ripristino della copertura.
Nella scena della Risurrezione di Gesù, si rilevavano estese esfoliazioni e pulverulenze della pellicola pittorica in particolare per quanto riguarda il pigmento blu del cielo.
Nella scena della Guarigione del paralitico a Cafarnao, esfoliazioni e pulverulenze della pellicola pittorica si concentravano principalmente sul verde degli alberi; sono stati trovati piccoli residui di malta cementizia su tutta la superficie.
Inoltre vi era la presenza di alcune patine biancastre e tracce di attacco biologico localizzate in basso a sinistra in corrispondenza della veste del personaggio all’estremità della scena.
Pre-consolidamento
Dopo avere testato la sensibilità all'acqua nelle varie campiture delle pitture e constatato che la superficie pittorica presentava episodi di pulverulenza ed esfoliazione della pellicola pittorica, principalmente nelle scene della Risurrezione di Gesù e della Guarigione del paralitico a Cafarnao, si è provveduto al pre-consolidamento della pellicola pittorica.
Per quanto riguarda le pulverulenze e i sollevamenti di minore entità si è intervenuto con iniezioni a tergo di Caseinato d’Ammonio diluito in acqua all’8%, interponendo preventivamente un foglio di carta giapponese, con successivo tamponamento manuale della superficie con spugne naturali, imbevute di acqua demineralizzata in modo da far riaderire le zone interessate. Questa operazione ha riguardato principalmente il blu del cielo della Risurrezione di Gesù e gli alberi nella Guarigione del paralitico a Cafarnao. Ove necessario, l’operazione è stata ripetuta fino al raggiungimento del risultato desiderato.
In particolare nella scena della Guarigione del paralitico a Cafarnao la superficie pulverulenta presente nella parte in alto a sinistra è stata trattata tramite il metodo delle nanocalci (Nano Estel), applicando preventivamente alcol isopropilico su carta giapponese per poi applicare il prodotto a pennello direttamente sulla superficie. Per i sollevamenti di maggiore entità sono state invece realizzate delle iniezioni a tergo di PLM-A, previa veicolazione di acqua e alcol.
Pulitura
La prima operazione di pulitura realizzata è stata la rimozione dei depositi superficiali tramite spolveratura della superficie con pennelli a setola morbida.
Successivamente si è optato per un tamponamento della superficie con spegne naturali imbevute in acqua demineralizzata, previa interposizione di un foglio di carta giapponese, solo ed esclusivamente nelle zone dove il colore si mostrava resistente all’acqua.
Nella scena della Risurrezione di Lazzaro e quella della Guarigione del Paralitico di Cafarnao sono stati rimossi meccanicamente tramite bisturi, residui di malta cementizia.
Infine nella scena della Guarigione del Paralitico di Cafarnao, sulla veste del personaggio in basso a sinistra si è intervenuti con un biocida (Biotin T), applicato a pennello direttamente sulla superficie.
Consolidamento
Dopo aver svolto un’accurata indagine acustica della superficie tramite battitura per individuare le zone interessate, su tutte e tre le pitture è stato eseguito il consolidamento in profondità nei distacchi interstrato. Tale operazione è stata effettuata pulendo in primo luogo le cavità createsi tra gli strati aspirando il materiale pulverulento e malta disgregata; successivamente le cavità sono state umidificate tramite iniezioni di acqua demineralizzata e alcool in proporzione 1:1; infine le cavità sono state riempite tramite iniezioni di malta PLM-A.
Per quanto riguarda la scena della Guarigione del Paralitico, nella crepa in alto a destra sono stati inseriti tre punti di resina di Acril 33 e fibre per bloccare le parti distaccate e farle riaderire al suporto murario.
Stuccature
Successivamente a una attenta bonifica tesa ad asportare vecchie stuccature con materiali non idonei, è stata eseguita la stuccatura dei fori, delle mancanze di intonaco, lesioni, e degli altri danneggiamenti della superficie mediante l'applicazione di malta composta da grassello di calce stagionato e sabbia di fiume lavata e setacciata in proporzioni e granulometrie diverse per l’arriccio e per l’intonaco; le stuccature sono state realizzate a livello ed a imitazione della superficie. Per le microfessurazioni è stata utilizzata una malta composta da solo grassello di calce.
Restauro pittorico
Per quanto riguarda le abrasioni sono state eseguite velature sovrapposte a sottotono sensibilizzate alle cromie originali, al fine di ottenere un valore cromatico unitario e ridurre il disturbo delle mancanze.
Per quanto riguarda le lacune più grandi e le stuccature è stato eseguito un restauro pittorico a mimetico.
Per il ritocco sono stati utilizzati pigmenti naturali in polvere legati con Caseinato d’Ammonio diluito in acqua al 4% vista la collocazione in esterno delle opere.